Presentata e commercializzata nei primi mesi del 1992, la seconda serie della Mito (conosciuta anche come Mito II), mantiene il codice modello 8P, ed è un aggiornamento della precedente versione.
Pur mantenendo inalterata la bellissima linea, l’adozione di nuove forcelle a steli rovesciati, di un impianto frenante ancora più esuberante e di un nuovo parafango anteriore contribuiscono a rendere la Mito ’92 ancora più bella ed aggressiva della versione precedente. Anche il motore subisce piccoli aggiornamenti che contribuiscono a renderlo ancora più performante.
A differenza di quanto visto con la precedente Mito, la produzione ’92 è uniformata a livello di prestazioni e ciclistica e tutte e tre le colorazioni presentate sono dotate della medesima ciclistica e del medesimo propulsore.
Il prezzo nel 1992 è di Lire 6.330.000 e le colorazioni presentate sono: arancio aragosta con cerchi color oro e rosso Cagiva con cerchi neri e tabelle portanumeri nere. Viene anche presentata una nuova livrea Lucky Explorer con cerchi bianchi e tabelle portanumeri gialle che riprende i colori usati per la precedente Mito Racing, ma variandone la disposizione. L’ effetto finale è forse la colorazione Lucky Explorer più riuscita per la Mito.
La sella passeggero rossa e gli specchietti neri sono uguali per tutte le versioni.
Il campionato Sport Production ’92 sorride alla Mito che nella under 21 ottiene buoni risultati con Sebastiano Zerbo e Giuliano Rovelli che conquistano il secondo e terzo posto in classifica.
Roberto Bellei dopo il terzo posto nella under 21 del ‘91 trionfa quest’anno nella categoria over 21 mettendo dietro di se in classifica gli esperti ed ex campioni Levantini e Gallinelli. Bellei consacra inoltre come moto da battere la Cagiva Mito che grazie alle cure del team modenese Lusuardi si è dimostrata all’altezza della sempre competitiva Aprilia. Velocissimo Bulega che con la Mito ufficiale vince tutte le selettive in zona A, ma è assente per le finali causa una caduta.
La moto in breve
Le sovrastrutture della Mito II sono identiche alla precedente versione ed anche le livree scelte per la stagione ‘92 non risultano troppo dissimili da quanto visto l’anno prima. Semmai, l’adozione di una nuova forcella a steli rovesciati e del nuovo parafango anteriore contribuiscono a rendere ancora più racing l’aspetto della Mito.
La qualità degli assemblaggi e delle plastiche è sempre ottima e forse la migliore tra tutte le concorrenti.
La strumentazione guadagna una nuova grafica più chiara e leggibile ed il terminale di scarico adotta un nuovo silenziatore sempre in alluminio ma con beccuccio.
Ciclistica
Telaio e forcellone rimangano gli stessi della precedente versione, mentre la forcella e l’impianto frenante sono i componenti a ricevere le modifiche più sostanziose.
La forcella anteriore è una nuova Marzocchi da 40 mm a steli rovesciati che purtroppo perde la regolazione del precarico molla che aveva la forcella tradizionale da 38 mm montata sul modello precedente. La sospensione posteriore rimane la collaudata “Soft Damp”, ma conosce una taratura diversa.
L’impianto frenante anteriore adotta una pompa di diametro maggiore ed una nuova pinza Brembo a quattro pistoncini che serve sempre il medesimo disco flottante da 320 mm. Il freno posteriore rimane il medesimo della precedente versione.
Inalterate forma e dimensioni delle ruote.
Motore
Il propulsore rimane il conosciuto 7 marce montato sulla Mito I e le poche modifiche apportate sono le seguenti:
- Nuovo gruppo termico (codice cilindro 72625).
- Valvola CTS ritarata per aprire a quota 8100 giri invece che a 7250 giri come sulla versione ’91.
- Nuovo impianto di scarico con terminale in alluminio ora dotato di beccuccio.
Complice anche una rinnovata carburazione, il propulsore della Mito II guadagna qualcosa agli alti regimi ed un temperamento ancora più sportivo del suo predecessore.
Secondo i rilevamenti dell’epoca la potenza massima alla ruota della Mito ‘92 è di 32,8 cv a 11100 giri e per una velocità massima di ben 174,3 km/h.