Presentata nel 1991, la W8 è parte di una nuova famiglia di enduro composta dalla W4 di 50cc e dalle quattro tempi W12 e W16 rispettivamente di 350cc e 600cc.
L’erede della K7 ha una linea decisamente più convenzionale rispetto alla sua progenitrice che non riscontra molto successo con il pubblico. La W8 adotta infatti una linea tradizionale e complici diversi miglioramenti alla ciclistica ed al motore risulta meno nervosa della K7, ma sempre adatta al fuoristrada.
Come vuole la moda del momento, la W8 non è una macchina adatta al fuoristrada estremo (per questo il gruppo varesino ha in listino le Husqvarna), ma grazie alla buona ciclistica permette comunque di avventurarsi in sterrati anche impegnativi, pur tuttavia contando su un buon comfort di marcia e su accessori indispensabili come un buon impianto di illuminazione ed il miscelatore. La strumentazione è molto semplice e ospita solo il contakm ed alcune spie. I blocchetti elettrici CEV rimangono identici alla K7.
Le colorazioni disponibili sono rosso o blu. Il prezzo nel 1990 è di Lire 4.900.000, ovvero un prezzo molto concorrenziale rispetto ad Aprilia e Gilera e giustificato da dotazioni meno tecniche rispetto alle top di gamma delle altre case.
La ciclistica mantiene il telaio a tubi quadri e rettangolari della K7. Nuova la taratura della forcella Marzocchi da 40 mm e rivista anche la taratura della sospensione posteriore. Invariato l’impianto frenante. I cerchi sono in acciaio.
Il propulsore deriva dall’unità montata sulla K7 con la quale manitiene in condivisione il prestazionale cilindro 66650E, sempre con valvola allo scarico a controllo elettronico CTS, ma ora alimentato da un carburatore PHBH 28 RS. Nuovo l’impianto impianto di scarico e vengono rivisti i carter che ora ospitano un cambio a 6 marce il luogo delle classiche 7 per Cagiva.